Weekend Formazione Ottobre 2018 degli Amici di Joaquim Gomes

Come ormai da tradizione, per ripartire con la carica giusta, l’Associazione ha organizzato un weekend di ritiro: 2 giorni per ritrovarsi, unirsi, posare gli occhi e la mente sui cambiamenti che avvengono intorno a noi.


Quest’anno il 27 e il 28 di ottobre sono stati dedicati alla nostra società: una società “liquida”, come il famoso sociologo Bauman l’ha definita. Liquida perché sfugge, perché non offre certezze su cui poggiare i piedi, perché cambia in continuazione e a volte starle dietro diventa faticoso.
Ci siamo incontrati sabato mattina e la casa di Padre Gianfranco, a San Vito, ci ha ospitati per raccogliere le nostre domande: dove collocarsi, come individui e in quanto Associazione, all’interno di una società tale?
Come fare per confrontarsi con tutta questa fatica nel relazionarsi, nel fare comunità, nel progettare? Con questa tecnologia che ha trasformato per sempre la comunicazione?

Ebbene, per quanto la situazione sembri tragica, è in quest’epoca che ci è dato di vivere e quindi, tanto vale farlo bene!
Franco Garelli, un sociologo dell’università di Torino, è stato nostro ospite domenica mattina e ci ha aiutato a vedere le cose da un’altra prospettiva: le nuove generazioni sembrano più disorientate e sperse rispetto alle precedenti, ma sono più riflessive e creano relazioni, semplicemente queste sono differenti dalle precedenti, ma non per questo meno valide.
La società precedente si muoveva “per blocchi”: il lavoro a tempo indeterminato, il partito politico che scendeva in piazza, il sindacato, tutte istituzioni in cui ci si riconosceva totalmente. Oggi ci si muove “per flussi”: si appartiene ad aggregazioni che tagliano le classi sociali trasversalmente (i gusti musicali, il tempo libero, le chat…) identificandosi parzialmente in ognuna di esse e attingendovi per creare un cocktail, il cocktail della propria identità personale, la quale però non è assente, ma c’è.

Fin tanto che si darà un’immagine della società senza futuro, frustrata, in bilico, non ci sarà rivalsa. Come una profezia che si auto-avvera, andando avanti in questa direzione la società finirà davvero con l’identificarsi con questa visione.
Mettiamo in risalto le luci che vi brillano! Diciamo che non identificarsi più in un ruolo rigido –il giovane fannullone, l’anziano borbottone- può portare incertezza, ma rompe gli schemi, porta parità e soprattutto crea dei modelli di autenticità! Raccontiamo le storie di chi ce l’ha fatta e non sempre solo di chi non è arrivato.

l’Associazione, per questo, è stata definita rara e preziosa, per essere un esempio di comunità, di umanità e di cambiamento. Questo è un antidoto alla società liquida: gettare ponti e non arrendersi quando diventa difficile farlo; credere nelle nuove generazioni e vivere insieme, dai più grandi ai più piccoli, un progetto comune che si concretizza nel condividere i pasti e la sedia, fare i turni per occuparsi di tutti quei bambini
meravigliosi che ci hanno tenuto compagnia nelle giornate, nel riposare vicini e giocare.
Se continuiamo ad aprire finestre, ad osare, a coinvolgere ed entusiasmarci, riusciremo a progettare, realizzare e vivere in questo mondo che si sposta e può portarci lontano!

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