L’ULTIMA SERA, LA MISSIONE DA DUE PROSPETTIVE DIVERSE
Testo tratto dalla lettura effettuata durante la serata “Raccontami il Brasile del 17/11/2017
L’ultima sera a Joaquim Gomes è stata per noi molto impegnativa.
Nei giorni precedenti era stato difficile avere un feed back sulla nostra presenza in Brasile e sulla situazione del Brasile in generale da parte dei brasiliani; principalmente a causa della lingua e poi perché la maggior parte del nostro tempo l’abbiamo passato con i bambini.
L’ultima sera invece, il confronto con un nostro coetaneo di Joaquim Gomes (d’ora in avanti chiamato con il nome di fantasia Rodrigo ) in grado di parlare italiano, ci ha fatte scendere per un attimo dalla nostra nuvoletta di entusiasmo e ci ha portato in pochi secondi di fronte ad un’altra realtà, una cinica realtà.
La visione della realtà di questo ragazzo brasiliano: acculturato, di buona famiglia, con un’apertura mentale notevole, ci ha un po’ sbigottite e ci ha fornito un punto di vista difficile da mandar giù. Rodrigo sosteneva:
QUESTA E’ LA REALTA’ PER CUI NON E’ NECESSARIO CAMBIARLA NONOSTANTE SAPPIAMO CHE NON SIA NORMALE.
LA COLPA DI QUELLO CHE ACCADE E’ ANCHE DELLE PERSONE STESSE CHE VIVONO QUI
CHE COSA VENITE A FARE VOI QUI? NON VI ACCORGETE CHE NON POTETE FARE NULLA? VI ILLUDETE CHE QUALCOSA POSSA CAMBIARE?
Ovviamente, soprattutto l’ultima frase per noi ha avuto un grande impatto, le sue parole ci sono risuonate dentro come un eco e ci siamo subito rivolte la sua stessa domanda. A questo punto il discorso potete immaginare si sia leggermente acceso…
Personalmente sono stata molto felice di poter assistere ad una testimonianza, se pur cruda, reale; è quello che più ci serve per capire un mondo diverso da noi, un modo di pensare diverso, che per quanto ci spingiamo fino in Brasile per conoscerlo, non sarà mai possibile farlo del tutto nostro.
Comprendiamo le sue parole, e nonostante l’apparente rassegnazione che trasmettono, le vogliamo leggere come una descrizione provocatoria della realtà, una provocazione che se usata bene potrebbe anche essere in grado di smuovere una situazione di stantia rassegnazione: è giusto pensare che la responsabilità di quello che vivono sia in primis di ciascuno di loro e che non può essere sufficiente un intervento dall’esterno per cambiare la realtà.
Ci rendiamo conto però che pensare di cambiare le cose necessita di una grande energia di rinnovamento ed una grande volontà per andare insieme contro la paura, un’energia che probabilmente ora non c’è.
Per cambiare le cose occorre avere apertura mentale e fiducia nelle proprie capacità e nel futuro. Creare questo tipo di energia, in un posto dove la scuola e la famiglia non sono ancora in grado di trasmettere l’importanza di alcuni diritti fondamentali della persona, può essere un processo molto complicato.
Si finisce con il rassegnarsi a pensare che tutto sommato vada bene così. La rassegnazione, se condivisa può essere molto potente. Non vedere altre possibilità, non aver imparato a vedere altri lati di se non aiutano a uscire fuori.
La nostra reazione:
inizialmente la cosa ci ha toccato sul vivo, la nostra testa si è riempita di domande: davvero nulla cambierà mai?
Davvero la nostra presenza qui è inutile? Davvero lo smobilitarsi di centinaia di persone in Italia che si muovono unite da una causa comune non può apportare nulla alla realtà brasiliana?
Dopo un attimo di silenzio credo che la risposta da dargli sia risuonata a tutte quante..
Certo che noi non possiamo cambiare la realtà, ma possiamo essere:
– UNA TESTIMONIANZA di come le cose POSSONO essere diverse – il solo sentire i racconti di persone che vivono in un modo diverso dal nostro può fare nascere un seme impercettibile dentro ciascuno di loro, soprattutto nei ragazzi giovani;
– POSSIAMO ESSERE UNO SPECCHIO PER LORO mostrargli le loro POTENZIALITA – dire ai bambini che possono essere quello che vogliono, trasmettere loro sicurezza amore ed energia positiva può far crescere potenziali persone in grado di voler cambiare. Anche nelle persone che compiono azioni criminali c’è una parte buona, semplicemente non è mai
stata coltivata e c’è sempre un motivo per cui si scelgono strade sbagliate. Non condannare può aprire mille altre strade…
– POSSIAMO ESSERE, PER QUELLI CHE SENTONO DI VOLER CAMBIARE, UN GRANDE SUPPORTO PER NON SENTIRSI SOLI – sentire di avere Michele che lotta con loro, tantissime persone in Italia che pensano a loro può essere una grande risorsa.
Ci è rimasta nel cuore una bellissima frase di Suor Daniela che ci è stata riportata da Michele, una frase che lui ha fatto sua per trovare una risposta ad interrogativi che anche lui, spesso, ha sulla sua presenza in missione. Una frase che è sicuramente la PRIMA risposta alle domande del nostro amico di Joaquim Gomes:
LA NOSTRA VITA ASSUME UN SENSO PROFONDO QUANDO AIUTIAMO I NOSTRI FRATELLI E LE NOSTRE SORELLE MENO FORTUNATE. CON QUESTO RAGGIUNGIAMO L’OBIETTIVO PIU’ ALTO DELLA NOSTRA ESISTENZA, SALVARE
ANCHE UNA SOLA VITA RENDE LA NOSTRA VITA VALEVOLE DI ESSERE VISSUTA.
E così abbiamo voluto chiudere la conversazione con lui alla sua maniera, con un pizzico di provocazione: hai ragione noi dall’Italia, tre settimane, senza conoscere la lingua, senza conoscere la realtà.. possiamo fare ben poco. Tu invece da qui, con la tua cultura, con la tua voglia di sapere, con la tua intelligenza, con la tua presenza, con il tuo modo di
vestire all’occidentale… tu si che puoi essere un grande e costante esempio, tu si che puoi trasmettere a questi bambini che ci può essere qualcosa in più.
Finalmente, con questa frase, siamo riuscite a zittirlo!
Infinitamente grate a Rodrigo per questo bellissimo incontro con la realtà.