Da Joaquim Gomes… (maggio, 1997)

Dal bollettino parrocchiale della parrocchia San Francesco d’Assisi di Piossasco – APRILE – GIUGNO 1996

Riflessioni e ricordi di alcuni nostri parrocchiani in visita a Suor Daniela in occasione della consacrazione della nuova chiesa dedicata a S. Giuseppe Lavoratore, il 1° Maggio ’97

Suore missionarie… Nel buio profondo della nostra prima notte brasiliana, sull’uscio della loro casa, raggiunta dopo molte ore di viaggio, un sorriso che poteva sembrare appena accennato, forse però solo trattenuto per discrezione o anche timidezza, il sorriso delle tre suore, compagne di suor Daniela: Myriam, Helena, Riziomar.
Un asciugamano posato su ciascun letto, piegato a ventaglio, e al posto del perno una bella cartolina a colori con un fiore, una breve frase di lode a Dio e il loro saluto “A nossa comunidade te acolhe com alegria! Bem-vinda entre nos! As Irmas de J. Gomes 24/04/’97”.
Un vassoio colmo di tanti frutti profumati al centro del tavolo in cucina. Queste immagini sono il primo forte ricordo di Joaquim Gomes, nome da anni entrato a far parte delle conoscenze geografiche di molti cittadini di Piossasco, ma non solo, anche di Pinerolo, di Fenestrelle, di Druento.
Quindici giorni sono poca cosa per conoscere una realtà così diversa dalla nostra, ma sono bastati per renderci consapevoli che là, a Joaquim, è tutto molto più semplice, più facile, più allegro (e può sembrare un paradosso), più bello. Là nessuno ti giudica per come sei vestito, pettinato, per come ti muovi, per come sai esprimerti, per quanto guadagni. Là, tutti ti sorridono.
Sorrisi: ne abbiamo ricevuti molti con grande generosità dalla gente di quel paese dove c’è tanta povertà, ma non certo’ povertà di cuore.
Là tutti ti salutano: là tutti i bambini (quanti ce ne sono!) cercano la tua mano, contenti di averti come amico.
Per tutti sei un fratello, sei colui che è andato là a trovarli, a vedere il loro paese e per questo ti accolgono come un grande ospite.
Ti prendono il cuore. E così cresce la consapevolezza che dobbiamo costruire “l’uomo planetario” che sappia guardare e giudicare con occhi “mondiali”.
Nelle diverse celebrazioni religiose forti parole di canti e preghiere, nei diversi momenti vissuti con loro realtà particolari toccanti sono riuscite a provocare la coscienza di ciascuno di noi “sull’andare incontro al diverso”.
Quello che già avvertiamo al termine della festa di consacrazione della chiesa, dopo solo due giorni di vita a Joaquìm Gomes, era un senso piacevole di appartenenza a quella comunità, una comunità cristiana in cammino.
Siamo tornati da quel viaggio carichi di percezioni nuove, di domande esigenti, con l’esperienza di situazioni drammatiche di povertà che ogni giorno coinvolgono masse di persone.
Ti viene comunque da pensare che forse proprio chi è povero e nella disgrazia ha l’intuizione di quale sia il senso vero della vita. Non puoi non pensarlo, perché, nella rassegnazione ad affrontare o subire le difficoltà, nella cordialità, in tanta dignità, in fondo c’è una sorta di stato felice.
Allora ti rendi conto che la tua vita non dovrebbe più essere semplicemente la ripetizione dei gesti di sempre, d’altra parte, il nostro “quotidiano” è molto reale e vincolante con i suoi orari rigidi, le occupazioni, le abitudini, l’affanno di ogni giorno nel rincorrere il tempo al ritmo frenetico imposto dai mille bisogni, che non abbiamo.
E ancora ti accorgi che qui, nel contesto geografico e culturale in cui sei radicalmente immerso, riesce difficile, scomodo, magari anche assurdo, incarnare la fede in scelte quotidiane diverse da quelle comuni. Giorni di intensa gioia, di appagante serenità, di meraviglia, di sorpresa, nella condivisione vera di momenti di vita semplice e arricchente, di partecipazione, amicizia, allegria, preghiera: questo e molto di più è stato il soggiorno (nel piccolo stato brasiliano) in Alagoas.

Di cuore ne ringraziamo la comunità tutta di Joaquim Gomes, stupenda, indimenticabile, e fraternamente l’abbracciamo.
Lidia, Renata, Teresa e Alberto

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