Oi, ciao. Il saluto di Michele dal Brasile.

Michele Mola in Brasile
Carissimi Amici,
eccomi giunto a Joaquim Gomes!

Sono ancora un po’ frastornato ed emozionato ma come per le ultime volte che sono arrivato in questo paese, mi pare un po’ di tornare a casa!
Subito mi sono sentito accolto da questa bella gente, dagli amici e dalle suore.

Sono arrivato qui durante i festeggiamenti per San Giovanni, Sant’Antonio e San Pietro che in
Brasile, e soprattutto qui nel Nordeste, sono molto sentiti.
Proprio per questo motivo in questa settimana le varie attività della missione sono rimaste ferme ma gli impegni come sempre non mancano.

Arrivando a Joaquim Gomes mi hanno subito colpito i lavori per la costruzione del nuovo quartiere che si vede dalla strada principale. Una grande quantità di case di dimensioni ridottissime che il governo federale sta costruendo per le famiglie colpite dall’alluvione dell’anno scorso. Non sono ancora terminate, ma già impressiona pensare alle persone che vi andranno ad abitare, e come potranno vivere in case tanto piccole. Inutile fare un confronto con le case italiane!

In generale Joaquim Gomes sta crescendo molto e negli ultimi anni il numero di abitanti è
aumentato in modo esponenziale nonostante i grandi numeri di giovani che ogni anno lasciano il paese in cerca di opportunità e che difficilmente ritornano.

Mi pare di poter dire che negli anni qualche piccolo passo in avanti questo paese lo stia facendo, alcune case sono sistemate in maniera più dignitosa, le strade principali non sono più in terra battuta e nel centro è comparso qualche negozio più fornito.
E’ però necessario e triste constatare che a fianco di un leggerissimo miglioramento generale, sono ancora numerose le famiglie che vivono sotto un livello di povertà davvero impressionante e che assieme all’aumento della popolazione è anche aumentato moltissimo il livello di violenza.

Sempre di più si sentono casi di omicidi ed ora per i giovani la droga è un problema più che evidente. Un giorno della scorsa settimana, alle nove di sera, un giovane di diciassette anni è stato ammazzato a colpi di pistola proprio davanti alla chiesa.
Oramai tantissimi giovani sono esposti al rischio di finire in giri di droga. La mancanza di prospettive di lavoro e di vita migliore portano una grande fragilità psicologica ed emotiva.

Proprio ieri ho incontrato una signora che conosco da anni e che ora ha un grandissimo problema. Fermandomi a chiacchierare mi ha chiesto: “Michele, ma a te piace Joaquim Gomes?”, io prontamente ho risposto di si; lei dopo una pausa mi ha detto: “A me piaceva, ora proprio non mi piace più”. Mi ha poi raccontato che due dei suoi figli sono stati contattati da un tizio che li ha invitati ad entrare in un giro di spaccio. E’ successo che il crack che gli era stato consegnato da vendere se lo sono fumati ed ora sono stati minacciati di morte. O restituiscono i soldi o qui proprio non si scherza! I soldi da restituire non ci sono e così questa mamma è disperata sapendo che il futuro di questi due figli è segnato.

L’altro ieri, in visita con suor Rosa ad alcune famiglie in quartiere povero del paese, siamo entrati una casetta di fango. Poco dopo essere entrato mi sono reso conto che il ragazzo che era seduto davanti a me era incatenato con una catena che dai polsi scendeva alle caviglie dove era stretta con un grosso lucchetto.
Nonostante avessi già visto anni fa una scena identica nelle favelas di Maceiò, questa situazione mi ha proprio colpito e sconvolto. Quali termini di paragone ho con le nostre situazioni famigliari, per pensare che l’amore e l’attenzione di una mamma può portare ad incatenare un figlio per evitare che venga ammazzato appena esce di casa?
Lui è tossicodipendente e anche un po’ violento ma non esiste alternativa perchè i servizi non intervengono.

Sono questi alcuni dei casi che mi colpiscono e che mi fanno riflettere sul Brasile che i nostri mass media ci stanno presentando negli ultimi anni: la potenza economica in grande e continuo sviluppo, il Paese dalle risorse minerali e petrolifiche, il paese delle future Olimpiadi e Campionati del Mondo.
Ma tutto questo a Joaquim Gomes, dov’è?

Per fortuna l’impegno delle suore e di tanti collaboratori danno speranza e sostegno alle persone. Il loro lavoro, la loro dedizione e perseveranza, assieme all’appoggio e il sostegno di tante persone e famiglie italiane, sono luce e riferimento per questa gente!

Tanti chiedono di voi, delle nostre comunità e dell’Italia e sempre esprimono grande riconoscenza!

Io non so ancora bene cosa farò in questo periodo prolungato a Jaoquim Gomes.
Quasi sicuramente sarò a disposizione per aiutare le suore nelle questioni pratiche e di manutenzione e per affiancarmi alle varie attività di animazione e di aggregazione che ci sono nei vari quartieri e negli accampamenti dei Sem Terra.

Soprattutto, ed indipendentemente da ciò che saranno il miei impegni concreti, quel che vorrei è semplicemente riuscire a vivere e condividere nella semplicità e nella quotidianità un pezzo del cammino di questa gente, con le loro gioie e loro sofferenze.

Ringrazio tutti voi Amici per la vicinanza e ringrazio il Signore per essere qui!

Con affetto,
Michele

Joaquim Gomes, 1 Luglio 2011

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