È stata un’emozione vedere il Sottochiesa di San Francesco pieno di persone e giovani, quando martedì 6 novembre i missionari che sono partiti questa estate hanno aperto i loro diari e i loro cuori per raccontare le esperienze che hanno vissuto in Brasile e in Kenya.
Le realtà sono diverse, la natura e le tradizioni anche, ma gli incontri hanno lasciato lo stesso segno indelebile: la consapevolezza di avere una responsabilità verso questi fratelli che sono diversi da noi solo per essere nati dall’altra parte del mondo. Le motivazioni che hanno portato i ragazzi a partire sono state molte: chi voleva vedere come si vive in una realtà completamente differente, chi sentiva la necessità di mettersi al servizio oppure di fare un’esperienza che cambiasse il modo di vedere le cose.
Dopo l’esperienza, che è passata attraverso le escolinhas, le celebrazioni e i canti africani, le visite presso le famiglie e il rapporto con Michele e le suore e Padre Patrick, ognuno ha raccontato che cosa si è portato a casa una volta tornato. Nessuno in valigia aveva solo quello che pensava di portare indietro: insieme alle havajanas c’erano emozioni e volti, un senso di comunità mondiale e umano, la consapevolezza di essere fortunati e il dovere di essere grati per questo, senza sprecare nessun dono ricevuto; la ricchezza dei popoli che definiamo poveri, ma in realtà molto più ricchi di noi sotto innumerevoli aspetti, e la riscoperta della bellezza di vivere in modo semplice!