Il Brasile è oggi considerato un Paese ricco, una potenza economica crescente. Eppure visitando la parte meno turistica del Paese, l’entroterra del Nordest, ci si imbatte in situazioni di povertà estrema, che il “progresso” del resto del Brasile non ha sconfitto. Anzi, spesso l’urbanizzazione, l’utilizzo del terreno per gli agrocombustibili e il conseguente latifondo della canna da zucchero, l’inflazione, il turismo ed altri cambiamenti legati allo sviluppo del resto del Brasile hanno contribuito a rendere la situazione del Nordest peggiore di quanto non fosse anni fa, rendendo un intervento di sostegno internazionale ancora più necessario.
Con l’aiuto di Josè Luis “Elinho”, delegato brasiliano di Terra Madre ospite degli Amici di Joaquim Gomes poche settimane fa, abbiamo provato a capire quali sono i più gravi problemi del Nordest del Brasile, oggi. Queste le sue riflessioni.
Paesaggio dell’entroterra brasiliano
Sono molti i problemi sociali presenti nel Nordest del Brasile, ma è possibile evidenziarne sei principali, che generano tutti gli altri.
- Corruzione: questo è sicuramente uno dei principali problemi, presente nella politica e in tutte le sfere che hanno potere decisionale, fiscale e giudiziario: a causa di tale comportamento, le persone non avvertono la fiducia delle istituzioni. A Joaquim Gomes il governo locale fornisce lavoro, ma è attribuito tramite clientelato, a persone corrotte che contribuiscono a mandare avanti questo sistema.
- Educazione inadeguata a tutti i livelli: intellettuale, professionale, ma anche sociale: non sono forniti gli strumenti per comprendere cosa sia meglio a livello sociale per sè stessi e per gli altri. La scuola dovrebbe preparare l’essere umano a fare le sue scelte future consapevolmente evitando di alimentare gli altri problemi elencati qui, ma non è così. Come conseguenza, chi esce dal percorso educativo di base non è pronto ad affrontare un mondo complesso e difficile come quello attuale.
- Disoccupazione: nel Nordeste questa piaga dissolve la famiglia, a causa della necessità dei lavoratori di trasferirsi in uno stato federale diverso da quello di nascita per trovare lavoro; in particolare a spostarsi sono i giovani uomini, magari neo padri, il che obbliga i figli a crescere senza la presenza del padre, e le donne a vivere da sole una responsabilità che era pensata per due, l’educazione dei figli. I padri spesso si rifanno una famiglia esterna e lasciano quella precedente, quindi non supportano la famiglia nemmeno mandando denaro. Moltissimi poi sono ingannati e convinti a lavorare nelle piantagioni di canna con la promessa di arricchirsi, vengono fatti indebitare con contratti che prevedono pagamenti elevatissimi per cibo ed alloggio e sono fatti lavorare per anni in condizioni di lavoro schiavo.
- Concentrazione della terra: in Brasile la terra è tutta nelle mani di pochi latifondisti; la riforma agraria che dovrebbe condurre all’agricoltura familiare non è applicata.
Questo è un grande problema nel Nordeste, già soggetto alla siccità: fino a qualche decennio fa nelle fazende abitavano molte persone, ma esse oltre a lavorare per il padrone potevano usare dei pezzi di terra per una agricoltura di sussistenza (ndr: in modo simile a quanto avveniva con la mezzadria in Italia).
Oggi, la situazione è differente:spesso il grande latifondista ha la terra ma non coltiva nulla nè la vende o lascia coltivare nulla a nessuno. Questo obbliga molte famiglie ad andare in città, ma le famiglie non sono preparate ad un lavoro urbano, solo ad uno rurale. Nascono quindi favele (ndr: leggi un articolo sulla favela), in cui queste persone finiscono nella grande maggioranza dei casi, e i conseguenti problemi di criminalità e droga.
Anche se la terra è coltivata a latifondo, dopo qualche anno diviene arida e difficile da gestire. Il commercio stesso delle derrate alimentari è difficile da ottenere; non ci sono infrastrutture e canali di distribuzione, e tante volte chi ottiene la terra si rimette a fare canna da zucchero, perché c’è chi è disposto a comprarla, seppure a pochissimo. - Traffico di droga e prostituzione Questi problemi, complessi e legati dal ruolo della macro e microcriminalità, distruggono molte famiglie che vivono senza impiego, senza educazione, senza una politica giusta, in preda alla concentrazione di terra: in una parola oppressi dalla mancanza di opportunità. Sono molte le donne che, lasciate dal marito per mancanza di lavoro, sono costrette a prostituirsi per pochi spiccioli con cui fare mangiare i bambini. Per non parlare di quando a prostituirsi sono obbligati i bambini stessi, specie nelle grandi città; e spesso la prostituzione è anche un modo per pagare le spese per la droga.
Molti ragazzi di 20 anni che oggi stanno morendo per il traffico di droga iniziano a provarla gratis, a causa di qualche spacciatore. Poi diventano dipendenti. Vendono oggetti di valore, e poi rubano ad amici, vicini, in strada. Quando non ce la fanno, pagano con la vita. A Joaquim Gomes (ndr: paese di meno di 20.000 abitanti), negli ultimi di anni almeno uno o due giovani al mese muoiono per questioni di droga, quando non possono pagare.
Solo nella prima settimana che ho trascorso in Italia, 3 giovani sono morti di droga a Joaquim Gomes, ed il fenomeno sta crescendo di proporzioni. A Joaquim Gomes, ad esempio, ci deve essere qualcuno da fuori che manda la droga da grandi metropoli, probabilmente Maçeiò. E nelle grandi città le organizzazioni criminali, divise in fazioni, hanno il supporto della polizia corrotta. Senza una politica seria per mutare questo quadro, si continuerà a rovinare il futuro dei giovani. E’ un grande dolore vedere ragazzi che hai conosciuto da piccoli, che non hanno strumenti per capire cosa stanno facendo, morire di droga.
Droga: una parola orribile, una porcheria.
Tutti questi problemi sono collegati tra loro. La corruzione non dà opportunità; la mancanza di educazione causa la mancanza del lavoro, così come la concentrazione della terra.
Dalla mancanza di lavoro si crea lo spostamento nelle grandi città, il che alimenta la droga e la prostituzione. I capi criminali sono collusi con la politica corrotta, che non ha alcun interesse a risolvere il problema della distribuzione della terra, né tantomeno quello dell’educazione.
Una favela a Maceiò, nel Nordest del Brasile
Sfruttare meglio le ricchezze della terra sarebbe un passo in avanti, ma occorre creare le consizioni per farlo. Una alternativa al latifondo sarebbe, passando da movimenti come i Sem Terra, creare cooperative che si occupino della coltivazione familiare; che aiutino chi coltiva la terra a fare i passi successivi; che aiutando chi non ha un’educazione a gestire bene il denaro; che incentivino la coltivazione di culture diverse dal latifondo e che favoriscano la scolarizzazione.
L’unica strada per arrivare a tanto è passare dalla politica: vista la corruzione del Nordeste questo è però difficile. L’unico modo è creare una classe dirigente adeguata, e favorire questo processo testimoniando ogni giorno con il proprio comportamento che vivere una vita dignitosa nella legalità è possibile.
Josè Luis “Elinho” e Filippo per gli Amici di Joaquim Gomes
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